Lavoro da 28 anni in un settore di nicchia, molto specializzato ed importante per tante aziende: la mia azienda Oil Service si occupa principalmente di servizi in impianti ad olio diatermico e olio idraulico e lubrificante.
A quei tempi lavoravo come tecnico lubrificanti per un concessionario della Esso italiana e un giorno un cliente mi chiede di sostituire una carica di olio diatermico ed io accetto: si trattava di 2.000 litri di olio da vendere pari al venduto di 3 mesi.
Ma mi chiede anche di occuparmi di scaricarlo dal circuito, di smaltire l’olio, di caricare quello nuovo e spurgare tutto dall’aria e farlo ripartire…e adesso come si fa?
La sfida è nata in brevissimo, non potevo perdere quella occasione.
Superare la sfida dell’olio diatermico proposta dal cliente
Ho cominciato a documentarmi sugli interventi impianto olio diatermico, sono andato più volte a vederne uno, mi sono fatto accompagnare da idraulici che effettuavano manutenzione su quei circuiti, ho studiato come lavorano le caldaie e perché devono essere spurgati dall’aria.
Poi quel giorno è arrivato: mi sono messo la tuta, avevo comprato una pompa per caricare l’olio da un’azienda che ricicla macchinari usati, ho comprato i tubi e qualche chiave, e via.
Sono stati 3 giorni infiniti, l’angoscia di sversare l’olio per terra, la valvola che non tiene, il tubo che poteva rompersi… ma alla fine ho terminato il lavoro e il cliente era davvero soddisfatto!
Il venerdì successivo sono andato tutto contento dal mio titolare, raccontando tutto e sperando che, il compenso per i 3 giorni concordato con il cliente, fossero in parte destinati a me: con meraviglia mi sono sentito rispondere che quei soldi sarebbero andati a compensare il non-venduto dei mesi precedenti.
Ho preso pertanto una decisione, immediata, senza alcun ripensamento.
Il lunedì successivo ho dato le dimissioni. Mi sono ritrovato solo e…e adesso? Volevo cambiare tutto, volevo che quella attività potesse essere davvero una cosa mia, tecnica, dove il cliente poteva fidarsi di affidare un lavoro ad una persona esperta, anche perché come seppi subito, nessuno faceva quel mestiere, se non 2 ditte in tutta Italia. Ok adesso creo la mia!
Creare un’azienda per gli interventi su impianto di olio diatermico e olio idraulico
Quindi? Ho fantasticato, ho sognato per giorni la mia azienda per gli interventi su impianti di olio diatermico e olio idraulico: il mio ufficio, i furgoni, i tecnici, le segretarie, i clienti, il muletto, il laboratorio, il magazzino, come doveva essere un giorno. E poi, mi sono detto. Ok da dove partiamo? Quale è il punto di partenza? Quello più facilmente raggiungibile!
Ho iniziato così da un garage in affitto, da una macchina station wagon usata autocarro, da pompe riciclate e tubi di gomma che ogni tanto scoppiavano, da tute anonime e weekend passati al lavoro su impianti, da un ufficio in casa dotato di fax e carta telefonica per ascoltare dalla cabina telefonica, la segreteria.
Ho cominciato così, ma avevo in mente, ben chiaro, dove volevo arrivare e più il tempo passava, più il traguardo degli obbiettivi che mi ero dato, arrivava.
Ho costruito a mano a mano, macchinari più performanti, facendo tesoro dell’esperienza che avevo e che maturavo: pompe più veloci, tubi più resistenti, macchine specifiche per ogni problematica, il mio primo dipendente, la mia prima segretaria, il mio primo capannone!
Ed ecco che dopo 15 anni sono riuscito ad arrivare dove mi ero detto, con fatica ma ci ho sempre creduto, prendendo da ogni cosa negativa quel piccolo seme di positività.
Era giunto il momento di andare oltre: le mie conoscenze a livello tecnico erano più che buone, ma a livello commerciale non sapevo niente. Come potevo fare ?
Ho cominciato a comprare libri sull’argomento, in modo da colmare le lacune e provare approcci alla clientela diversi da quelli fino ad ora effettuati. Se volevo crescere dovevo creare una rete commerciale o comunque avere nozioni specifiche.
Dopo qualche anno decisi di farmi affiancare da un coach esperto nel settore: incontri in ufficio 1 volta la settimana per 8 ore, dove la mia testa scoppiava!
Mi ricordo ancora quando mi disse: “fammi una domanda che il tuo servizio può risolvere”.
Boh….! Cosa vuol dire? Che significa? Ecco messo davanti ad una cosa ovvia per il commercio ma nuova per me… mi sono arrabbiato, demoralizzato, questa domanda mi ha segnato per giorni, ma era un esame che dovevo superare.
Come ci si veste? come si parla? Come ci si presenta ad un cliente? Come si telefona? Incredibile non sapevo niente, ma la visione del mio obbiettivo era più forte.
Ho superato tutto e continuo a studiare, a sperimentare, a indietreggiare, ma a ripartire più forte che mai.
Adesso dopo 28 anni ho in mente altro, e ci arriverò!
Cosa c’entra il triathlon con l’olio diatermico?
Nel triathlon ho trovato le stesse regole e stimoli che trovo nel mio lavoro. Devi avere un obbiettivo chiaro in testa per preparare una gara: ti devi allenare, devi seguire un allenatore coach che ti prepara a seconda del livello, della stagione, una tabella di allenamento a cui ti devi attenere, senza trucchi perchè sai che non ti regala niente nessuno. Fatica e determinazione, ma soprattutto testa: quando il tuo corpo comincia naturalmente a inviarti segnali di fatica, l’unica cosa che ti fa andare avanti è la mente, scrupolosamente allenata a questo, già preparata e consapevole che nel momento di crisi, deve inviare solo pensieri positivi e visualizzare l’obbiettivo che ti sei prefissato.
Solo cosi riesci a finire e bene, senza ucciderti, una gara.
A 50 anni mi sono chiesto se potevo cimentarmi in un triathlon, di cui adesso si parla spesso.
Per sfida tra amici ho detto “farò anche io una gara” e così, davanti a loro ho dichiarato la mia missione e il mio obbiettivo: a luglio farò il Triathlon Sprint di Lecco.
Da dove iniziare? Si certo in bici ci so andare ma non per 50 km! A milano in bici? Ma siamo matti ?
Poi nuotare…beh sono nato a Livorno, qualcosa saprò fare, ma 750 metri sono tantissimi!
Correre: questo magari con un pò di buona volontà riesco.
Ma poco dopo ho sbattuto contro la cruda verità: dopo 10 km le gambe in bici facevano male, a nuotare dopo 2 vasche mi sentivo male, tutto in apnea!
E per finire la corsa, lasciamo stare !
Non era così facile anche se come allenamento non ero proprio a digiuno: palestra ecc…ma la nuova disciplina, anzi le tre messe assieme, era veramente tanto.
Il metodo dell’obbiettivo per superare i limiti
Quindi come ho fatto? Come faccio nel mio lavoro: ho cominciato a darmi prima il principale obbiettivo, la gara di luglio e poi ho diviso la distanza in tanti altri piccoli obbiettivi più facili da raggiungere.
Ok invece di correre per 10 km, cominciamo con 2; invece di nuotare per 750 metri, cominciamo piano piano; in bici allunghiamo di 2 km per volta il giro di 5.
Ho comprato libri sull’argomento, ho studiato il come si fa, quando, perché.
Ho rivisto l’alimentazione, cambiato abitudini.
Sacrificio? Certo, ma dopo circa 2 mesi ho cominciato a vedere i risultati: il mio corpo rispondeva piano piano ai nuovi stimoli, si adattava, e sorprendentemente riuscivo a superare i miei vecchi limiti.
Poi sempre più determinato, arrivato al limite in cui da solo non puoi più progredire, mi sono fatto aiutare da persone esperte: il nutrizionista per avere il giusto carburante in allenamento ma anche in gara, il coach per gli allenamenti e il fisioterapista per ricordarmi che comunque a 50 anni ho dei tempi di recupero più lunghi e il mio corpo va aiutato.
Prima gara: finita ed ho pianto dalla gioia! Perché ? Perchè ho dimostrato a me stesso che se ci credi veramente, puoi fare tutto ciò che desideri! Sono diventato più forte nella vita normale di tutti i giorni ma soprattutto nel lavoro: sono pronto ad affrontare qualsiasi sfida.
Ironman nello sport e nel lavoro con l’olio diatermico
E adesso? Adesso più su: se sono arrivato ad uno sprint, la prima distanza, perché non arrivare all’obbiettivo più ambito per un triathleta? Ironman! Ok ma come e soprattutto fra quanto?
Ormai abituato a ragionare in obbiettivi, mi sono dato una scadenza e d’accordo con i miei collaboratori, coach ecc, lo abbiamo pianificato. Non subito ma tra 2 anni. 2 anni? Ma come? Sono tanti ma poi, pensandoci bene, ho capito che era il tempo giusto per arrivare preparati alla sfida.
Arrivare a fare una gara del genere, finire e tornare a casa senza essere morto, questo deve essere…e cosi è stato: 16 settembre 2018, Ironman 70.3 Nizza fatto!
Allora? Allora è vero, se ci credi puoi farcela, se pianifichi, pensi positivo, non ti lasci abbattere da ciò che di negativo può capitare, da imprevisti che devi gestire e superare, da momenti di sconforto dovuti a traumi, si può fare.
Una conferma della vita lavorativa, anche nella vita privata .
Credici sempre nei tuoi obbiettivi e la vita ti sorriderà.
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