Ebbene si, dopo 5 anni di studi e ricerche sull’olio diatermico sono felice di dare ancora fiducia ai ricercatori e rinnovare il contratto di collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia.
Credere nell’innovazione per me significa rispettare le professionalità di chi sa davvero innovare radicalmente processi e materiali, in questo caso inerenti alla tecnologia dell’olio diatermico. Innovare nel nostro settore significa avere le competenze e guidare la ricerca sull’olio diatermico verso lo stato dell’arte, e chi meglio di un team di ricercatori universitari può farlo?
La precedente ricerca sull’Olio Diatermico
5 anni fa abbiamo stipulato un contratto con l’Università di Pavia per elaborare una formula in grado di fornire il rendimento dell’olio diatermico in maniera predicibile. Mi ero stancato di fornire al cliente le solite analisi che si effettuano da ormai 20 anni sull’olio diatermico. Le offrono tutti, quale sarebbe il vantaggio di scegliere noi?
Per fornire maggior valore alle analisi di laboratorio sull’olio diatermico di Oil Service ho fatto elaborare un sistema per cui, tramite specifici test di laboratorio e un sistema di calcoli matematici si può estrapolare il valore del rendimento termico dell’olio diatermico.
L’olio diatermico invecchia
Con i cicli termici, e l’accumulo di morchie e residui nell’olio diatermico, la capacità dell’olio diatermico di accumulare e scambiare calore tende a deteriorarsi. Questo deterioramento è tanto peggiore quanto più l’olio risulta contaminato, ma non è solo questione di contaminazione.
Dalle analisi su decine di campioni abbiamo scoperto che dopo 5-10 anni di utilizzo un olio diatermico può aver perso fluidità ma magari essere ancora efficiente, o viceversa può all’occhio nudo sembrare ancora “giovane” ma in realtà aver perso molta efficienza.
Senza un sistema di analisi di laboratorio specifico, nessuno è in grado di stimare se un olio diatermico sia davvero arrivato a “fine vita” o meno.
Tra Business e Ambiente: risparmio energetico e monetario
I nuovi parametri Livello Sicurezza Impianto e Resa Termica dell’Olio Diatermico che abbiamo introdotto servono proprio a misurare queste caratteristiche intrinseche dell’olio, che la ricerca ci permette oggi di analizzare e annotare.
Stabilire il rendimento termico dell’olio diatermico significa consentire al cliente di fare un bilancio, semplice quanto fondamentale:
“Mi conviene rigenerare l’olio diatermico che gira in questo momento nell’impianto, raboccando, ripulendo e mescolando olio nuovo e additivi, oppure mi conviene cambiare tutto l’olio?”
Quando l’olio perde troppa efficienza e l’azienda usa molta energia per i suoi processi produttivi, spesso un totale cambio di olio può costare decisamente meno dell’energia spesa inutilmente a scaldare un olio esausto, che ha perso le sue caratteristiche di efficienza. Viceversa a volte basta purificare e aggiungere una frazione di olio nuovo per ottenere un grande salto di qualità.
Un caso reale: 10.000€ di risparmio annuo (intervento incluso)
Un nostro cliente della provincia di Milano usa grandi quantità di gas metano per produrre i semilavorati per i quali è famoso in tutta Italia. Negli ultimi anni aveva notato un calo di efficienza dell’impianto e per sopperire a questo calo aveva aumentato la temperatura di riscaldamento dell’olio diatermico, portandola da 200 a 230 gradi. Tuttavia l’efficienza dopo un breve periodo aveva continuato a scendere, e stavolta il consumo di metano era ancora maggiore.
Quando siamo intervenuti e abbiamo mostrato le analisi di laboratorio sull’olio diatermico al titolare della ditta, Maurizio si è messo letteralmente le mani nei capelli (e si che ne ha anche tanti!).
Per farla breve alla fine del nostro intervento la temperatura di esercizio dell’olio è stata riportata a 200 gradi, l’olio è stato parzialmente rigenerato e i punti percentuali di efficienza recuperati hanno portato a un risparmio di oltre 10.000€ in un anno, e ad ammortizzare il costo dell’intervento di Oil Service in pochi mesi.
La ricerca sull’Olio Diatermico degli ultimi anni è quindi stata determinante per ottenere un sistema scientifico di valutazione dell’Olio Diatermico assolutamente all’avanguardia in Europa.
La nuova sfida di ricerca sull’olio diatermico
La nuova sfida di ricerca che aspetta l’Università di Pavia con il nuovo contratto stipulato a Novembre 2018, è studiare e sintetizzare un additivo per olio diatermico in grado di portare il punto di infiammabilità ad oltre 300 gradi.
Il vantaggio di innalzare il punto di fiamma dell’olio diatermico è presto detto: una temperatura di fiamma maggiore fa sì che la produzione di gas all’interno dell’impianto sia tanto più bassa quanto più è lontano il punto di fiamma dalla temperatura di esercizio.
Aggiungere un additivo di questo tipo consente quindi all’impianto di allungare i tempi di vita prima di un intervento di degasaggio.
Ancora una volta quindi parte una ricerca che coinvolge il nostro laboratorio di analisi, i laboratori universitari e gli impianti dei clienti, e non vediamo l’ora di riuscire a centrare l’obiettivo.
Gilberto Tani
Se sei interessato all’olio diatermico puoi leggere una applicazione reale delle nuove analisi sull’efficienza termica ti consiglio l’articolo Bitumi e Bollette Salate: tra morchie e olio esausto, oppure approfondire i nostri servizi di manutenzione su impianti olio diatermico.
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